Quante ferie si maturano in un mese? E in un anno?

set 19, 2022

Il riposo dal lavoro è un diritto del lavoratore garantito dalla Costituzione e dalla legge. Ma quanti giorni di ferie si maturano in un mese? Vediamo come si fa a calcolarlo


Le ferie sono un diritto dei lavoratori, garantito dall’articolo 36 della Costituzione, dalla legge e dai contratti collettivi nazionali. Il riposo è infatti fondamentale per recuperare le energie spese durante il lavoro oltre che per curare affetti familiari e passioni personali, che vengono inevitabilmente compressi dall’attività lavorativa.

Il periodo riconosciuto dalla legge per le ferie è di quattro settimane all’anno, anche se i contratti possono prevedere giorni aggiuntivi e modalità di maturazione delle ferie più favorevoli di quanto previsto dalla legge.

Per calcolare i giorni di ferie maturati nel corso di un mese bisogna in genere dividere per 12 i giorni previsti dal proprio contratto nell’arco di un anno, calcolando come mese lavorato quello in cui il dipendente ha lavorato almeno 15 giorni e tenendo conto di alcune tipologie di assenze che possono ridurre il numero di ferie maturate.

Proprio perché si tratta di un diritto fondamentale e irrinunciabile per il lavoratore, la legge prevede anche un periodo preciso entro cui godere delle ferie maturate, che in linea generale non possono essere sostituite da un indennizzo economico. Ci sono anche sanzioni per le aziende che non garantiscono ai propri dipendenti il godimento delle ferie.

Vediamo dunque come funzionano nel dettaglio questi calcoli e quanti giorni di ferie si maturano in un mese.


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Come si fa a calcolare i giorni di ferie?

Le ferie che spettano ogni anno al lavoratore dipendente sono per legge 4 settimane, generalmente corrispondenti a 26 giornate lavorative, anche se i contratti collettivi di settore possono aggiungere giorni di ferie o prevedere quantità maggiori in alcuni casi, per esempio con l’aumentare dell’anzianità.

Il numero totale delle giornate di ferie spetta però soltanto al lavoratore che ha un lavoro a tempo pieno e per cui il rapporto di lavoro sia durato tutto l’anno, cioè 12 mesi.

Questo significa che se un lavoratore è stato assunto nel corso dell’anno, oppure se ha un orario di lavoro che prevede un numero inferiore di ore lavorate, per esempio un contratto di lavoro part-time orizzontale o verticale, il calcolo delle ferie dovrà tenere conto dell’orario effettivo di lavoro.

In questo caso quello che cambia però non è il numero delle giornate di lavoro, che rimane lo stesso, ma il numero delle ore di ferie concesse.

Le ferie maturate vengono indicate in busta paga, assieme alle altre voci che compongono il cedolino mensile dello stipendio.

Le ferie maturate possono essere pagate, cioè sostituite da un’indennità economica, solo nel caso in cui il rapporto di lavoro venga interrotto.


 

Chi decide quando posso andare in ferie?

La legge prevede che di norma le quattro settimane di ferie vadano fruite in modi e con scadenze diverse:


  • due settimane nell’arco dell’anno di maturazione, in modo continuativo se viene richiesto dal lavoratore;
  • per le restanti due settimane entro 18 mesi dal termine dell’anno di maturazione.


Cosa significa? Che se un lavoratore matura tutte le 4 settimane nell’arco del 2022, due settimane dovrà effettivamente farle in corso d’anno, in maniera continuativa o frazionata, mentre le altre due settimane potrà programmarle fino al 30 giugno 2024.

La legge però stabilisce anche che la programmazione delle ferie, quando vengono richieste dal lavoratore, dev’essere fatta d’accordo coi datori di lavoro per non creare problemi all’organizzazione dell’azienda.

I lavoratori dunque possono chiedere alla propria azienda di andare in ferie in alcuni giorni specifici, ma l’ultima parola spetta al datore di lavoro, che è l’unico che ha sotto gli occhi l’organizzazione generale dell’azienda e conosce eventuali problemi che potrebbero insorgere se uno o più lavoratori si assentano contemporaneamente.

Esistono anche periodi di ferie collettivi, che possono riguardare tutti i dipendenti di un’azienda o parte di essi. Si pensi per esempio alla chiusura estiva di molte fabbriche, che chiudono in agosto per un calo effettivo della produzione. In questi casi spetta al datore di lavoro concordare coi sindacati e comunicare ai

lavoratori per tempo l’interruzione, in modo da consentire l’organizzazione delle ferie ai propri dipendenti.



Quanti giorni di ferie e permessi si maturano in un mese?

Per calcolare quanti giorni di ferie si maturano in un mese basta dividere per 12 il numero di giorni di ferie previsti in un anno dal proprio contratto di lavoro. Se quindi il contratto prevede 26 giornate di riposo annuali, il numero di giorni di ferie maturati ogni mese (detto anche rateo mensile) sarà:


26 giorni / 12 = 2,16 giorni


Un meccanismo simile funzione per i permessi di riduzione dell’orario di lavoro (Rol). anche in questo caso il loro ammontare è definito dal contratto collettivo di settore e vengono maturati nei mesi in cui si sia lavorato almeno 15 giornate.


Per il calcolo ferie part time, il calcolo non cambia: le giornate di ferie sarà lo stesso, anche se le ore di ferie che spetta concretamente al lavoratore sarà minore, perché calcolato sulla base delle ore previste per quel lavoratore nell’arco di un giorno.



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Quanti giorni bisogna lavorare in un mese per maturare le ferie?

Per maturare le ferie bisogna lavorare almeno 15 giorni in un mese. Il lavoratore che lavori solo 14 giorni, quindi, non matura la quota di ferie (il rateo mensile) previsto dal suo contratto.

Per esempio, se un lavoratore viene assunto il 20 marzo e lavora fino al 20 luglio, gli spetteranno 2,16 giorni di ferie per aprile, maggio e giugno, cui si aggiungono 2,16 giorni anche per luglio, perché in quel mese ha lavorato più di 15 giorni.

Nel calcolo bisogna però tenere conto che le ferie non maturano nel caso di alcuni tipi di assenze, e in particolare:

  • giorni di malattia e infortunio, oltre il periodo di comporto;
  • assenza per malattia del bambino;
  • congedo parentale;
  • cariche pubbliche o sindacali;
  • cassa integrazione a zero ore;
  • sciopero;
  • congedo straordinario retribuito per l’assistenza di familiari disabili.


I giorni di assenza per questi motivi dovranno dunque essere detratti dal calcolo dei giorni lavorati in quel mese, e di conseguenza tenuti presente per il calcolo delle ferie maturate in quel mese.

Sono invece considerate come le giornate lavorate le assenze per:


  • infortunio sul lavoro
  • malattia;
  • permessi previsti dalla legge 104 del 1992;
  • congedo matrimoniale;
  • ferie e permessi;
  • maternità;
  • donazione sangue.



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