La legge italiana riconosce alcune garanzie alle
persone disabili per facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro. Si tratta di una serie di misure e di interventi, che si basano principalmente sulla
legge numero 68 del 1999, che puntano a garantire condizioni di favore per queste persone e una serie di obblighi e sostegni per le imprese che devono assumerle.
I lavoratori appartenenti alle categorie protette devono essere assunti dalle imprese, sia pubbliche che private, seguendo una serie di regole precise che puntano alla loro valorizzazione all’interno della società grazie a una serie di interventi specifici, fissati nel dettaglio dalla normativa italiana.
Vediamo dunque cosa prevede la legge 68 99 e quali caratteristiche fanno rientrare i lavoratori in una categoria protetta.
Con l’indicazione legge 68/99 si indica una legge, la numero 68 appunto, che è stata promulgata nel 1999 per favorire l’ingresso delle persone disabili, ma non solo, all’interno del mondo del lavoro. La legge infatti ha come obiettivo:
“la promozione dell’inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato”.
Si tratta di una legge che risponde a principi fissati anche dalla
Costituzione italiana e da varie
norme europee, che obbligano gli stati membri a mettere in campo iniziative di tutela per le persone con una qualche menomazione, sia fisica che mentale.
La legge 68 99 vuole dunque rendere più semplice l’assunzione e la valorizzazione delle persone disabili da parte delle imprese. Per farlo non fissa soltanto le quote di persone delle categorie protette che le imprese devono assumere per rispettare la legge, ma cerca di inserire strumenti e incentivi affinché queste persone non trovino solo un lavoro, ma il lavoro che meglio si adatta alle loro capacità e alle esigenze dell’azienda.
La legge per il collocamento dei disabili si applica dunque:
Norme particolari sono riservate anche agli orfani o ai coniugi superstiti di coloro che siano deceduti per causa di lavoro, di guerra o per servizio e agli orfani o coniugi dei grandi invalidi, sempre per lavoro, guerra o servizio.
Ma sono previste condizioni particolari anche ai figli orfani di un genitore ucciso dal coniuge e ai maggiorenni che, al compimento della maggiore età, vivono fuori casa per una decisione dell’autorità giudiziaria.
Il trattamento economico e normativo previste per queste categorie si estende poi anche ad altre categorie di persone, con condizioni di tutela per i familiari di vittime per mano della criminalità organizzata e per alcune tipologie di profughi italiani reimpatriati.
Per rientrare nelle categorie protette le persone disabili disoccupate devono recarsi presso il Centro per l’impiego per iscriversi in elenchi provinciali specifici, dopo avere ottenuto i certificati necessari ad attestare la propria menomazione.
Si tratta del cosiddetto “collocamento mirato”, previsto per le categorie protette sul lavoro, cui si può accedere dopo aver ottenuto il riconoscimento della disabilità da parte di Inps, Inail o Ausl, a seconda dei casi.
Per farlo la persona disabile deve:
Al termine della visita viene rilasciato un certificato che attesta la
condizione
della persona e assegna anche una
percentuale
di disabilità, elencando però anche le abilità della persona, che potranno essere così valorizzate dalle imprese.
La legge 68 99 garantisce delle quote minime di persone disabili che le imprese devono obbligatoriamente assumere al proprio interno, calcolate sulla base del numero dei dipendenti totali della stessa impresa.
Si tratta delle cosiddette “quote di riserva” che fissano il numero dei lavoratori disabili che le imprese devono assumere, fissando anche quali lavoratori devono essere computati nella quota di riserva e quali invece non devono essere prese come base per fare il calcolo.
In particolare la legge sulle categorie protette prevede che i datori di lavoro pubblici e privati devono avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie protette:
Altre quote di riserva sono come già detto riservate ad altre categorie di lavoratori che, pur non essendo disabili, sono considerati in condizioni di
svantaggio sociale e hanno diritto ad alcune tutele per l’inserimento nel mercato del lavoro.
In questo caso la legge impone l’assunzione: