Categorie protette lavoro: tutto quello che c’è da sapere

ott 26, 2022

L’inserimento delle persone disabili è normata da regole stringenti per le imprese. Vediamo come bisogna comportarsi per le categorie protette al lavoro



L’inserimento al lavoro è uno dei
diritti fondamentali riconosciuti sia dalla Costituzione che dalle norme europee per le persone disabili. I cittadini italiani infatti, oltre che per aspetti quali tendenze sessuali o religione, non possono subire discriminazioni anche di fronte a differenti capacità fisiche o mentali.

Proprio per tutelare queste persone sono nate le cosiddette categorie protette, ovvero tipologie specifiche di persone che, a causa delle proprie condizioni, potrebbero essere discriminate sui luoghi di lavoro.

La legge fondamentale che regola l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro è la legge 68/99, che fissa i paletti principali stabilendo:



  1. i diritti del lavoratore;
  2. i doveri delle aziende.


Vediamo dunque chi può chiedere il riconoscimento di questo status, come si deve fare l’iscrizione alle categorie protette e come iscriversi alle liste di collocamento dei centri per l’impiego.


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Che diritti hanno le categorie protette?

I lavoratori appartenenti alle categorie protette hanno il diritto a non essere discriminati nel mondo del lavoro e possono iscriversi a liste specifiche da cui le aziende devono obbligatoriamente pescare per una quota di assunzioni, che dipende dal numero dei propri dipendenti.

La legge 68 del 12 marzo 1999 stabilisce nel dettaglio chi può fare parte delle categorie protette, per favorire “la promozione dell’inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato”.



Alle categorie protette appartengono:


  1. le persone in età lavorativa con invalidità civile riconosciuta superiore al 45%;
  2. gli invalidi sul lavoro con invalidità superiore al 33% accertata dall’Inail;
  3. le persone non vedenti, con una capacità residua di vista inferiore a un decimo;
  4. le persone sordomute, intese come persone che sono sorde dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata;
  5. le persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio.


Sempre secondo la stessa legge, le aziende devono garantire il mantenimento del posto di lavoro alle persone che abbiano
acquisito la disabilità per un infortunio sul lavoro o per malattia professionale.

A queste categorie la stessa legge aggiunge anche vedove, orfani e vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, oltre che alcune tipologie di profughi italiani rimpatriati.


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Come iscriversi alle categorie protette?

Per iscriversi alle categorie protette i disabili in età lavorativa e disoccupati possono rivolgersi ai Centri per l’impiego e accedere al cosiddetto “collocamento mirato”, quindi alle offerte di lavoro riservate alle persone disabili.

Per certificare la propria disabilità bisogna:


  1. rivolgersi al proprio medico di base per l’apertura della pratica;
  2. col codice che viene assegnato alla persona fare richiesta di visita, sia autonomamente sul portale dell’Inps sia con l’aiuto di un Caf;
  3. attendere la convocazione per la visita, che viene svolta da una commissione di cui fanno parte medici dell’Ausl e dell’Inps.


La commissione una volta valutato il soggetto stende un verbale in cui certifica la
percentuale di invalidità e le abilità della persona disabile.

Al lavoratore disabile conviene in generale iscriversi alle categorie protette perché, oltre ad avere accesso a offerte di lavoro riservate dalle agenzie per il lavoro, può anche godere di condizioni di maggior favore per quanto riguarda permessi e visite mediche, con più tutele rispetto agli altri lavoratori.

Appartenere alle categorie protette quindi dovrebbe rendere più semplice cercare lavoro, attività che può essere molto complicata senza il riconoscimento del proprio status.



Come funziona l’assunzione di una categoria protetta?

Le aziende a seconda della propria dimensione hanno l'obbligo di riservare una quota di assunzioni alle persone che fanno parte delle cosiddette categorie protette.

Le quote stabilite dalla legge 68/99 sono:

  • per le imprese con oltre 50 dipendenti, la quota è pari al 7% dei dipendenti;
  • tra i 36 e i 50 dipendenti, la quota è di 2 lavoratori;
  • tra i 15  e i 35 dipendenti, si vincola l’assunzione di 1 lavoratore disabile.


Ci sono poi altre quote che riguardano i lavoratori
non disabili ma appartenenti alle categorie protette che prevedono l’assunzione di:


  • un lavoratore tra 51 e 150 dipendenti;
  • l’1% dei lavoratori oltre i 150 dipendenti.



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