Addio al Reddito di cittadinanza. Il governo Meloni ha stabilito che entro la fine dell'anno questo contributo economico dovrà essere superato definitivamente e rimpiazzato dall'assegno di inclusione.
La riforma si concretizzerà in più atti e si realizzerà pienamente dal 1° gennaio del 2024.
Nel frattempo si fanno già sentire gli effetti del cambiamento, visibili nel calo significativo dei percettori del Rdc: lo scorso aprile la platea di chi riceve il contributo economico si sarebbe ridotta di circa 615 mila unità.
Vediamo allora come verrà superato il Reddito di cittadinanza e quali sono le principali novità della riforma governativa.
Con la legge di Bilancio numero 197 del 2022 il governo Meloni ha dato la definitiva spallata al Reddito di cittadinanza, stabilendo che, già a partire dal prossimo settembre, diversi nuclei familiari smettano di percepire il contributo.
Al posto del Rdc, l’esecutivo ha previsto l’assegno di inclusione che, tuttavia, scatterà solo a gennaio del prossimo anno. Ne potranno beneficiare solo alcune famiglie con specifici requisiti, quali ad esempio la presenza nel nucleo di un disabile, un minorenne o una persona di età superiore ai 60 anni.
La riforma, però, prevede anche un secondo punto: il supporto alla fascia della popolazione abile al lavoro e compresa tra i 18 e i 59 anni. Perché questa parte della legge entri in vigore non bisognerà attendere il nuovo anno, ma il prossimo primo settembre. L’aiuto consisterà in un assegno versato sotto forma di indennità per la partecipazione a percorsi di formazione o altri tipi di attività socialmente utili, non superiore ai 350 euro e valido solo per la durata delle stesse.
Sarà, quindi, l’assegno di inclusione, a partire dal nuovo anno, a sostituire di fatto il vecchio Reddito di cittadinanza. Scopo del legislatore non è solo quello di fornire un sostegno economico a chi ne possiede i requisiti, ma anche a favorire l’inserimento lavorativo per le persone abili alla professione.
Per quanto riguarda i requisiti necessari per poter beneficiare dell’assegno di inclusione, questi comprendono cittadinanza, residenza e soggiorno in Ue, diritto o permesso di soggiorno o, in alternativa, status di protezione internazionale.
È necessario avere una residenza di almeno cinque anni in Italia, gli ultimi due dei quali consecutivi rispetto a quando è stata presentata la domanda.
Servono, poi, anche dei requisiti di tipo economico. Il nucleo familiare che fa richiesta di assegno di inclusione dovrebbe avere:
Il decreto Lavoro numero 48 del 2023 ha stabilito che l’assegno di inclusione entrerà in vigore a partire dal primo gennaio del 2024.
Di fatto, questo contributo economico andrà a sostituire il Reddito di cittadinanza e ne potranno beneficiare tutti i nuclei familiari in possesso dei requisiti sopra descritti.
Scendendo più nel dettaglio, il decreto ha stabilito una distinzione tra due tipologie di famiglie: quelle con componenti in condizioni di disabilità o over 60 e ISEE inferiore ai 9360 euro e quelle esclusivamente formate da soggetti in grado di lavorare, con un ISEE che non superi i seimila euro all’anno.
Per la prima tipologia di famiglia non cambierà nulla fino al 31 dicembre del 2023, quando anche per loro cesserà definitivamente il Rdc, che verrà sostituito dal 1° gennaio dall’assegno di inclusione.
Le seconde, invece, non potranno più beneficiare del contributo economico già a partire dal 31 agosto.