Assegno di inclusione: cosa prevede il reddito di cittadinanza Meloni

giu 01, 2023

Il 2023 è l’anno dell’addio al Reddito di cittadinanza. Il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni, infatti, ha previsto il superamento definitivo di questo sussidio entro il 1° gennaio 2024


Addio al Reddito di cittadinanza. Il governo Meloni ha stabilito che entro la fine dell'anno questo contributo economico dovrà essere superato definitivamente e rimpiazzato dall'assegno di inclusione. 

La riforma  si concretizzerà in più atti e si realizzerà pienamente dal 1° gennaio del 2024.


Nel frattempo si fanno già sentire gli effetti del cambiamento, visibili nel calo significativo dei percettori del Rdc: lo scorso aprile la platea di chi riceve il contributo economico si sarebbe ridotta di circa 615 mila unità.


Vediamo allora come verrà superato il Reddito di cittadinanza e quali sono le principali novità della riforma governativa.



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Che fine farà il reddito di cittadinanza nel 2023?


Con la legge di Bilancio numero 197 del 2022 il governo Meloni ha dato la definitiva spallata al Reddito di cittadinanza, stabilendo che, già a partire dal prossimo settembre, diversi nuclei familiari smettano di percepire il contributo.


Al posto del Rdc, l’esecutivo ha previsto l’assegno di inclusione che, tuttavia, scatterà solo a gennaio del prossimo anno. Ne potranno beneficiare solo alcune famiglie con specifici requisiti, quali ad esempio la presenza nel nucleo di un disabile, un minorenne o una persona di età superiore ai 60 anni.


La riforma, però, prevede anche un secondo punto: il supporto alla fascia della popolazione abile al lavoro e compresa tra i 18 e i 59 anni. Perché questa parte della legge entri in vigore non bisognerà attendere il nuovo anno, ma il prossimo primo settembre. L’aiuto consisterà in un assegno versato sotto forma di indennità per la partecipazione a percorsi di formazione o altri tipi di attività socialmente utili, non superiore ai 350 euro e valido solo per la durata delle stesse.



Cosa ci sarà al posto del reddito di cittadinanza?


Sarà, quindi, l’assegno di inclusione, a partire dal nuovo anno, a sostituire di fatto il vecchio Reddito di cittadinanza. Scopo del legislatore non è solo quello di fornire un sostegno economico a chi ne possiede i requisiti, ma anche a favorire l’inserimento lavorativo per le persone abili alla professione.


Per quanto riguarda i requisiti necessari per poter beneficiare dell’assegno di inclusione, questi comprendono cittadinanza, residenza e soggiorno in Ue, diritto o permesso di soggiorno o, in alternativa, status di protezione internazionale.

È necessario avere una residenza di almeno cinque anni in Italia, gli ultimi due dei quali consecutivi rispetto a quando è stata presentata la domanda.


Servono, poi, anche dei requisiti di tipo economico. Il nucleo familiare che fa richiesta di assegno di inclusione dovrebbe avere:



  • ISEE non superiore ai 9.360 euro


  • reddito inferiore ai seimila euro annuali (il tetto sale a 7.560 nel caso in cui il nucleo sia composto solo da over 67 e/o disabili gravi)


  • patrimonio immobiliare non superiore ai 30 mila euro (escludendo, però, case di valore ai fini IMU che non superino i 150 mila euro)


  • patrimonio mobiliare di valore non superiore ai seimila euro (con un’aggiunta di duemila euro per ogni componente successivo al primo del nucleo – fino ad un tetto massimo di 10 mila euro – e di mille euro per ogni minorenne successivo al secondo). Sono previsti altri incrementi: cinquemila euro per ogni componente disabile e 7500 per ciascun componente in condizione di grave disabilità o non autosufficienza


  • nel nucleo familiare non ci deve essere nessun intestatario di titoli o autoveicoli di cilindrata superiore ai 1600 cc o motoveicoli superiori ai 250 cc, che siano stati immatricolati nei tre anni che hanno preceduto la richiesta di assegno


  • nel nucleo non devono esserci componenti che abbiano piena disponibilità di imbarcazioni o aeromobili



  • chi beneficia dell’assegno di inclusione non deve essere sottoposto a misure cautelari, di prevenzione o aver subito sentenze definitive di condanna.



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Quando entrerà in vigore il nuovo reddito di cittadinanza?


Il decreto Lavoro numero 48 del 2023 ha stabilito che l’assegno di inclusione entrerà in vigore a partire dal primo gennaio del 2024.

Di fatto, questo contributo economico andrà a sostituire il Reddito di cittadinanza e ne potranno beneficiare tutti i nuclei familiari in possesso dei requisiti sopra descritti.


Scendendo più nel dettaglio, il decreto ha stabilito una distinzione tra due tipologie di famiglie: quelle con componenti in condizioni di disabilità o over 60 e ISEE inferiore ai 9360 euro e quelle esclusivamente formate da soggetti in grado di lavorare, con un ISEE che non superi i seimila euro all’anno.


Per la prima tipologia di famiglia non cambierà nulla fino al 31 dicembre del 2023, quando anche per loro cesserà definitivamente il Rdc, che verrà sostituito dal 1° gennaio dall’assegno di inclusione.


Le seconde, invece, non potranno più beneficiare del contributo economico già a partire dal 31 agosto.





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