News sul mondo del lavoro

giu 29, 2023

L'esperienza conta più dei titoli di studio, la carenza di competenze digital nel settore life sciences, i social media come strumento di valutazione dei candidati in fase di selezione e altre notizie importanti di questa settimana.

Il mondo del lavoro è un universo a parte, in costante evoluzione che si muove a un ritmo impressionante nel tempo e nello spazio. Mentre le aziende sono concentrate sul loro core business, noi ogni settimana ci dedichiamo alla raccolta dei trend più interessanti del mondo del lavoro, così da tenere informati i nostri clienti e prepararli adeguatamente alle nuove sfide che si presentano!

 

Non molto tempo fa, chi tendeva a valorizzare più le competenze che i titoli accademici, veniva considerato un pazzo. Niente sembrava scalfire l’aura di potere dei titoli ufficiali! Ma un recente studio fatto da LinkedIn sostiene che nel prossimo futuro ci saranno dei cambiamenti importanti nel modo in cui i datori di lavoro assumono e le persone trovano lavoro. Secondo la ricerca oltre l'80% dei datori di lavoro tende ormai a considerare più importanti le capacità rispetto ai titoli di studio. Tuttavia, più della metà delle aziende afferma di "continuare ad assumere laureati perché danno garanzie maggiori". In futuro, però, la tendenza sarà quella di "guardare oltre i requisiti di accesso consolidati come i titoli di studio universitari e le precedenti posizioni lavorative, per concentrarsi invece sulle competenze comprovate del candidato, che siano analisi dei dati, leadership o storytelling". Il 45% dei selezionatori sta ora cercando candidati utilizzando dati basati sulle competenze. LinkedIn stesso sta lavorando attivamente per "integrare l'intelligenza artificiale nella piattaforma, al fine di rendere più efficiente l'abbinamento tra chi cerca lavoro e i datori di lavoro".

 

Mentre alcune aziende lottano per trovare e trattenere talenti, altre non danno valore ai lavoratori che investono le proprie competenze ed esperienze per contribuire al successo dell'azienda. Secondo un nuovo rapporto di eLearning, oltre la metà dei lavoratori ritiene che nella sua azienda non siano date opportunità di promozione e formazione in modo equo. Più del 75% dei lavoratori ha dichiarato che i propri leader mostrano favoritismi nelle decisioni di promozione. Oltre il 50% dei lavoratori ha affermato che le loro organizzazioni non offrono opportunità di apprendimento o formazione che permetterebbero loro di acquisire competenze e raggiungere una promozione. Quasi un terzo dei lavoratori ha espresso il loro scetticismo riguardo alle possibilità di crescita all'interno dell'azienda e non vedono un'equa chance di essere promossi. Da tenere in considerazione è che le persone amano imparare cose nuove e sentirsi valorizzate e apprezzate.

 

Secondo un nuovo sondaggio condotto dall'Associazione dell'Industria Farmaceutica Britannica (ABPI), l'industria del Life Sciences nel Regno Unito sta affrontando una grave crisi di talento digital con competenze applicabili all'intelligenza artificiale e all'analisi dei dati. Il sondaggio ha rilevato che l'imaging biomedico, la bioinformatica e la chimica/scienza computazionale rappresentano "nuovi punti deboli nell'ecosistema delle competenze", insieme a lacune precedentemente identificate in settori come la robotica e l'analisi dei dati. Il 57% dei partecipanti al sondaggio ha segnalato una mancanza di competenze critiche tra i nuovi assunti, rispetto al 38% registrato nel 2021. Il settore biomedicale si trova ad affrontare una crescente concorrenza da parte di aziende di altri settori sia in Gran Bretagna che all'estero. Va aggiunto infine, che per tamponare questa emergenza si sta ricorrendo sempre di più alla figura dello stagista, soprattutto considerando l'incremento dei costi dell'istruzione superiore.

 

Indipendentemente dall'età o dall'esperienza dei candidati, un nuovo sondaggio condotto da ResumeBuilder.com rileva che molti responsabili delle assunzioni controllano i social media dei candidati prima di procedere con l'assunzione. Il 74% dei recruiter afferma di "utilizzare i social media per valutare i candidati" e, di questi, il 55%  di "consultare i social media per verificare se il candidato si adatta bene alla cultura aziendale". Dell'85% di coloro che dichiarano di effettuare screening tramite i social media, il 13% afferma di aver deciso di non assumere candidati a causa delle informazioni raccolte. Il 35% lo fa "a volte". Il 31% dei responsabili HR controlla i social media con costanza e il 44% invece "a volte". Solo il 12% non considera i profili social del candidati. Tra coloro che ammettono di visualizzare i social media dei candidati, il 16% afferma di farlo "sempre" e il 38% afferma di farlo "a volte" per ottenere informazioni su un candidato che non è possibile richiedere durante un colloquio. Non molto tempo fa abbiamo affrontato questo argomento dal punto di vista dei candidati rilevando che  solo una sparuta minoranza è d'accordo con questa pratica. Pertanto, sia i candidati che le aziende dovrebbero adottare un approccio oculato su questo argomento, applicando il buon senso la dove è possibile.


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