Intelligenza artificiale: come sarà il lavoro del futuro

apr 18, 2023

Le nuove tecnologie cambieranno molti dei mestieri di oggi. Cerchiamo di capire i rapporti tra intelligenza artificiale e lavoro



Il lancio di software capaci di imitare il linguaggio umano come ChatGPT, o anche i programmi capaci di generare immagini realistiche a partire da una descrizione di base, hanno di recente rilanciato il dibattito sulle potenzialità e i rischi connessi allo sviluppo dell'Intelligenza artificiale (IA).

Si tratta di un campo affascinante, che interroga diversi campi del sapere umano che vanno dalla filosofia all'informatica, fino alla scienza. In particolare ci s'interroga anche sui possibili pericoli e opportunità che sistemi sempre più evoluti di "macchine intelligenti" potranno avere sul mercato del lavoro: sono più i posti di lavoro che verranno persi a causa di queste tecnologie o le nuove opportunità?

Come spesso accade, non è facile rispondere mentre questi grandi cambiamenti sono in corso. Esistono diversi studi oggi che cercano di farlo, provando spesso anche a confrontare il momento attuale con altre rivoluzioni tecnologiche attraversate in passato e che proprio come oggi hanno coinvolto milioni di persone. Vediamo dunque quali sono oggi le riflessioni più interessanti e le opportunità che l'intelligenza artificiale può rappresentare per il mondo del lavoro.




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Cos'è l'intelligenza artificiale?

Per intelligenza artificiale s'intende una disciplina che grazie a particolari algoritmi e tecnologie è in grado di consentire alle macchine di agire e comportarsi in modo da dimostrare un'attività intelligente, cioè simile al comportamento umano.

Esistono infatti software e programmi che agiscono in diversi campi di Artificial Intelligence (AI). Per esempio riescono a comprendere ed esprimersi in un linguaggio naturale, oppure sono in grado di elaborare testi complessi o, ancora, sono capaci di elaborare una gran massa di dati per prendere decisioni o suggerire strategie, anche di business. Si parla dunque di machine learning o deep learning, per indicare la capacità di imparare delle macchine. Ma anche di signal processing, per quei software capaci di elaborare i segnali esterni, come per esempio il linguaggio umano.

Esistono anche software complessi che oggi vengono usati direttamente nelle attività di recruiting e di selezione del personale, per esempio analizzando i Curriculum per cercare quelli più adatti alla posizione. Ma anche programmi che svolgono video-colloqui e sono in grado di comprendere le espressioni del viso.


Più in generale comunque, la riflessione sull'impatto che l'intelligenza artificiale avrà sul mondo del lavoro affronta generalmente alcuni punti ricorrenti. In particolare:


  • l'IA può avere un ruolo di potenziamento delle attività umane, amplificando le capacità, la velocità e l'efficienza del lavoro degli uomini;
  • l'IA può sostituire l'uomo in alcune attività, che partono dalle più semplici e ripetitive e diventano via via più complesse con l'avanzare della tecnologia.


E' soprattutto questa seconda funzione che suscita i maggiori timori, perché sembra prefigurare un mondo in cui i robot sostituiranno gli esseri umani, provocando cataclismi nel mondo del lavoro. La maggior parte degli studi in questo campo però analizzano anche la creazione di nuove opportunità che queste nuove tecnologie consentono, aprendo scenari interessanti su quale possa essere il futuro del mondo del lavoro.

Un recente studio di Goldman Sachs, ad esempio, "The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth", stima che la diffusione dell'intelligenza artificiale potrebbe far crescere il Pil mondiale di circa il 7%.

Lo studio si basa sull'andamento del mercato del lavoro in Europa e Stati Uniti e analizza sia la quantità di posti di lavoro che potrebbero sparire, sia quanti potranno essere le nuove opportunità lavorative. In particolare, Goldman Sachs stima che l'AI potrebbe influenzare circa 300 milioni di posizioni lavorative full time. Significa che si rischia di perdere 300 milioni di posti di lavoro? No, ma che queste occupazioni saranno interessate da un qualche grado di automazione.

Quali? Secondo gli analisti di Goldman Sachs saranno meno coinvolti i lavori che devono essere svolti all'aperto, mentre tra quelli che hanno più funzioni che possono essere svolti dall'intelligenza artificiale sono:


  • impieghi amministrativi e di ufficio (46%);
  • ambito legale (44%);
  • architettura e ingegneria (37%);
  • scienze fisiche, naturali e sociali (36%);
  • finanza e business (35%).


Meno coinvolte dovrebbero essere invece le aree:


  • costruzioni (6%);
  • manutenzione (4%).




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Cosa studiare per fare intelligenza artificiale?

Per specializzarsi nel campo dell'intelligenza artificiale si possono scegliere corsi di studio in informatica, matematica e gestione dei dati. Ma anche percorsi di ingegneria dell'informazione e industriale e informatica e data science.

Sono diverse le università italiane che offrono percorsi di studio che affrontano temi legati all'IA, con riflessi su varie discipline perché, come abbiamo visto, gli usi dell'intelligenza artificiale comprendono praticamente ogni ambito di attività, tra cui medicina, scienze, economia, informatica, scienze sociali o urbanistica.

Corsi in questo ambito si trovano infatti, tra le tante città, a Bologna, Cagliari, Roma, Milano, Brescia, Napoli, Padova, Firenze o Palermo.



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