Indennità di accompagnamento: cos’è, parametri e come richiederla

mag 17, 2023

Per sostenere gli invalidi totali e le persone che hanno bisogno di un accompagnatore quotidianamente, l’Inps versa ogni mese l’indennità di accompagnamento. Vediamo come funziona



L’indennità di accompagnamento è un
sostegno economico versato dall’Inps a mutilati o invalidi totali che non riescono a deambulare autonomamente o non riescono a svolgere le azioni quotidiane senza la presenza di una persona che li aiuti.

Per l’anno 2023 l’importo dell’indennità è 527,16 euro che vengono versati dall’Inps per 12 mesi alle persone che hanno i requisiti necessari e presentano domanda, senza limite di reddito. Vediamo dunque nel dettaglio come funziona l’indennità di accompagnamento.



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Cos’è l’indennità di accompagnamento?

L’indennità di accompagnamento, o assegno di accompagnamento, è una prestazione economica erogata dall’Inps, su presentazione di una domanda, agli invalidi civili totali o alle persone che hanno bisogno di un accompagnatore per svolgere gli atti quotidiani della vita.

Si tratta dunque di un sostegno pensato per chi non riesca a deambulare senza l’aiuto costante di un accompagnatore oppure di un’altra persona, oppure per chi sia nell’impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita per motivi sia fisici che psichici.

Può essere richiesta senza limiti di reddito ed età e viene versata direttamente dall’Inps per 12 mensilità dopo che la commissione medica dell’Ausl ha certificato lo stato di invalidità della persona che la richiede. Viene pagata il primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda o, in casi particolari, dalla data di attestazione dell’invalidità.

Il pagamento dell’assegno di accompagnamento viene sospeso dall’Inps nel caso in cui chi lo riceve venga ricoverato in una struttura medica a totale carico dello Stato, per un periodo superiore a 29 giorni.

L’indennità di accompagnamento è inoltre incompatibile, cioè non può essere versata, alle persone che ricevono già altri sostegni economici o indennità concesse per invalidità contratte per causa di guerra, di lavoro o di servizio.

Il cittadino può comunque decidere quale indennità ricevere nel caso ritenga più favorevole un regime rispetto all’altro.


L’assegno di accompagnamento è invece compatibile, quindi può essere versata, nel caso in cui la persona che la richiede:


  • svolga un’attività lavorativa, sia dipendente che autonoma;
  • abbia una patente speciale.


L’indennità è però anche compatibile, quindi può aggiungersi, a:


  • l’indennità di comunicazione;
  • l’indennità di accompagnamento per cieco assoluto.


Questo però se le indennità sono state concesse per minorazioni differenti, ognuna relativa a diversi status di invalidità (si tratta dei cosiddetti soggetti pluriminorati).



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A quanto ammonta l’indennità di accompagnamento?

Per l’anno 2023 l’Inps ha chiarito, con la circolare 135 del 22 dicembre 2022, che l’ammontare dell’indennità di accompagnamento per il 2023 è di 527,16 euro mensili.

Nel 2022 la stessa indennità è stata di 524,16 euro, mentre nel 2021 era di 522,10 euro.

Come detto l’indennità viene corrisposta per 12 mensilità a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda o in alternativa, in alcuni casi specifici, dal giorno dell’attestazione dell’invalidità.



Come si fa ad ottenere l’accompagnamento?

Per ottenere l’assegno di accompagnamento bisogna avere i requisiti previsti dalla legge e presentare la domanda sul portale dell’Inps, dopo aver ottenuto la certificazione dell’invalidità dalla commissione medica competente.


I requisiti previsti sono nel dettaglio:


  • il riconoscimento dell’inabilità totale o permanente al 100%;
  • l’impossibilità riconosciuta a deambulare senza l'aiuto permanente di un’altra persona;
  • l’impossibilità certificata di compiere in modo autonomo gli atti quotidiani della vita senza assistenza;
  • essere residenti in modo stabile sul territorio italiano;
  • avere la cittadinanza italiana;
  • per gli stranieri comunitari essere iscritti all’anagrafe del comune di residenza;
  • per i cittadini stranieri extracomunitari avere il permesso di soggiorno di almeno un anno;
  • anche in questi casi avere la residenza stabile e abituale sul territorio italiano.


La domanda va presentata sul portale dell’Inps o con l’aiuto di un patronato, allegando anche i documenti che attestano l’invalidità e quelli relativi alla situazione economica.



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