Nel corso degli anni sono stati introdotti una lunga serie di
incentivi e contributi per favorire l’assunzione di specifiche categorie di persone, come lavoratori deboli o svantaggiati, tra cui giovani, donne, over 50 o disoccupati, specialmente nelle aree meno sviluppate del Paese.
Di recente il governo, all’interno della legge delega per la riforma del fisco, ha previsto un’ulteriore agevolazione per l’anno 2024, una specie di “Superbonus assunzioni”, che consente ai datori di lavoro uno sgravio totale dei costi sostenuti per le assunzioni a tempo indeterminato più un extra bonus del 20 o del 30% per alcune categorie svantaggiate.
Gli incentivi o gli sgravi contributivi riconosciuti ai datori di lavori privati sono dunque molti, anche se non è facile districarsi nella lunga serie di modifiche alle misure uscite anno dopo anno e godere così dei benefici normativi economici o contributivi previsti. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e gli incentivi economici o contributivi riconosciuti dallo Stato.
Gli incentivi all’assunzione sono dei benefici che vengono riconosciuti ai datori di lavoro che assumono determinate categorie di lavoratori e ad alcune categorie di soggetti per l’avvio di una nuova attività. Hanno l’obiettivo quindi di aumentare il numero delle assunzioni facilitando l’ingresso nel mondo del lavoro di persone che normalmente avrebbero più difficoltà a trovare un impiego.
In particolare i benefici riconosciuti alle imprese possono essere:
Di norma vengono incentivate le forme di assunzione più stabili, come il lavoro subordinato a tempo indeterminato, ma esistono incentivi anche per altre tipologie di contratto, come per esempio l’apprendistato.
Il governo dopo la presentazione della nuova Manovra sta lavorando a inedite tipologie di agevolazioni per chi assume nel 2024, studiando una super deduzione del 120 o 130% sui costi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Si tratta di misure ancora in fase di definizione, che però dovrebbero sostituire o modificare gli incentivi già inseriti a suo tempo con la legge di bilancio per l’anno 2023.
Si tratta di misure ancora in corso di definizione, ma in base alle bozze e ai testi circolati finora, oltre che secondo le dichiarazioni fatte dai ministri alla stampa, si possono indicare le caratteristiche principali di queste nuove misure.
In particolare si prevede che i benefici spettino:
Sono coinvolti i titolari di impresa e gli esercenti arte e professioni che lavorino da almeno un anno, mentre non spetta alle società in liquidazione o coinvolte in qualche altra forma di procedura liquidatoria.
Ai fini della detrazione il costo del lavoro sostenuto verrà maggiorato (da qui il termine “Superbonus”, che ricorda quello poi abrogato per i lavori in edilizia):
Le maggiorazioni precise in quest’ultimo caso verranno definite con decreti successivi e terranno conto delle differenti categorie coinvolte, come:
Vediamo invece gli incentivi previsti fino al 31 dicembre 2023, che come abbiamo visto in parte potrebbero essere abrogati o sostituiti una volta entrato in vigore il “Superbonus assunzioni” per il 2024, e che sono stati già modificati dal decreto lavoro del maggio 2023. Quando si parla di incentivi assunzioni si fa riferimento a una vasta platea di sgravi fiscali riconosciuti per favorire le assunzioni effettuate nei confronti di alcune categorie svantaggiate di lavoratori. In particolare questi aiuti:
Per promuovere l’assunzione di giovani, la legge di bilancio 2021 ha previsto un esonero contributivo, per i datori di lavoro privati, per le nuove assunzioni con contratti di lavoro a tempo indeterminato e le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato effettuate nel 2021 e nel 2022 a favore di giovani under 36, una misura che poi è stata confermata anche per il 2023.
L’esonero contributivo spetta per i giovani assunti per la prima volta a tempo indeterminato ed è riconosciuto nella misura del 100%, per un periodo massimo di 36 mesi, nel limite massimo di importo pari a 8.000 euro lordi con riferimento ai lavoratori che, al momento della prima assunzione incentivata, non abbiano compiuto il 36esimo anno di età.
L’esonero è riconosciuto fino a 48 mesi ai datori di lavoro privati che assumano nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. La misura dell’incentivo si riduce nel caso in cui l’assunzione sia part time.
Si tratta di un incentivo che spetta ai datori di lavoro privati che assumono giovani under 30 alla prima assunzione a tempo indeterminato, anche per trasformazione di un precedente contratto a tempo determinato.
L’esonero contributivo è pari al 50% della retribuzione mensile lorda imponibile fino a 3.000 euro. Se l’assunzione arriva al termine del periodo del contratto di apprendistato per apprendisti under 30, l’incentivo spetta per 12 mesi dalla fine del periodo agevolato di apprendistato.
Prevede lo sgravio del 100% dei contributi dovuti dal datore di lavoro privato nel caso dell’assunzione di donne, pur fissando un limite agli sgravi concessi singolarmente a 8.000 euro annui.
Le categorie di donne coinvolte sono:
L’agevolazione è concessa per un periodo massimo di 12 mesi, in caso di assunzione a termine, elevati a 18, in caso di trasformazione a tempo indeterminato del contratto a tempo determinato o nel caso di assunzione all’origine a tempo indeterminato. Sono esonerati anche i contributi dovuti all’Inail.
Il datore di lavoro deve avere dipendenti in un’unità produttiva nelle regioni:
L’esonero contributivo, senza limiti per l’importo annuo, della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali pari al 30% fino al 2025, al 20% fino al 2027 e al 10% fino al 2029. Vale per tutti i settori di attività, esclusi quello agricolo, finanziario e domestico.
Dopo l’abrogazione del Reddito di cittadinanza da parte del governo, è stata inserita una nuova misura, l’Assegno di inclusione, che riprende parte delle agevolazioni previste per chi assume lavoratori che lo percepiscono.
In particolare l’incentivo spetta a:
A seconda del beneficiario cambiano le modalità di incentivazione:
La misura spetta ai datori di lavoro privati che assumano giovani che non studiano e non lavorano tra i 15 e i 29 anni, registrati al Programma nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”.
L’incentivo per il lavoro a tempo indeterminato è pari al 60% della retribuzione mensile lorda, fino a 12 mesi. In questo caso la misura è cumulabile con altri incentivi. Per le assunzioni in apprendistato l’incentivo è pari al 60% della retribuzione lorda mensile e fino a 12 mesi.
I datori di lavoro privati che assumono, con contratto a tempo determinato, un genitore di età non superiore a 35 anni con figli minori, hanno diritto a un bonus una tantum di 5.000 euro per ciascuna assunzione o trasformazione di contratto, fino a un massimo di 5. L’incentivo viene riconosciuto fino a esaurimento fondi.
Per iscriversi alla banca dell’Inps bisogna:
Le aziende che assumono lavoratori e lavoratrici con più di 50 anni di età hanno diritto a una decontribuzione pari al 50%. L’agevolazione è valida per 12 mesi che possono essere aumentati a 18 in caso di conversione del contratto da tempo determinato a indeterminato.
Le aziende che assumono disabili con un contratto a tempo indeterminato o trasformano il rapporto di lavoro a termine in tempo indeterminato, possono beneficiare di alcuni incentivi.
Nella fattispecie, un contributo pari al 70% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per:
Per l’assunzione di persone con una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 67% e il 79%, si potrà godere del 35% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. La durata del beneficio varia in base alle caratteristiche del lavoratore assunto e alla tipologia di rapporto di lavoro instaurato.
I datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato i percettori di NASPI possono accedere a un beneficio, pari al 20% dell’indennità mensile di NASPI residua che sarebbe stata corrisposta al lavoratore.
Hanno diritto ad una contribuzione le imprese che assumono a tempo indeterminato:
Per dodici mesi la quota di contribuzione a carico del datore è uguale a quella prevista, in via ordinaria, per gli apprendisti (pari al 10% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali).
Maggiori informazioni sono disponibili sul
sito internet istituzionale dedicato.