Come gestire l'onboarding aziendale

nov 21, 2022

L’inserimento di nuovi collaboratori all’interno di un’impresa è una fase fondamentale. Ecco cosa bisogna sapere sull’onboarding



L’ingresso dei nuovi assunti all’interno di un’azienda è una fase importante che segue il processo di selezione e ricerca di personale. Spesso chiamato anche onboarding aziendale, questo processo guida l’
inserimento del nuovo dipendente all’interno dell’azienda, consentendogli di diventare parte integrante della società, sia a livello organizzativo che di conoscenza della cultura aziendale e dei nuovi colleghi.

Un processo di onboarding efficace consentirà quindi di dare tutti gli strumenti necessari al nuovo assunto per svolgere fin dai primi giorni di lavoro il proprio compito. Per questo il programma di onboarding deve essere curato in ogni dettaglio. Vediamo dunque come funziona e quali sono gli errori da evitare.

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Cosa vuol dire onboarding in italiano?

Il termine inglese onboarding indica la fase successiva all’assunzione e di recruiting, cioè l’inserimento del nuovo dipendente all’interno di un’azienda. Per capire cos’è l’onboarding bisogna tenere presente che si tratta di un processo che ha aspetti:


  • amministrativi: perché dal momento in cui il lavoratore ha accettato l’offerta di lavoro è necessario preparare una serie di documenti per permettere il suo inserimento (postazione, password, badge di riconoscimento e così via);
  • formativi: perché al nuovo lavoratore devono essere spiegati nel dettaglio quali saranno i suoi compiti, come si integrerà all’interno del suo nuovo ufficio, quali saranno i suoi colleghi e quale sarà la catena di comando cui dovrà fare riferimento.


Il processo di onboarding deve dunque dare al nuovo dipendente fin dalle prime settimane di lavoro tutti gli strumenti per essere completamente operativo all’interno della nuova organizzazione, sia dal punto di vista tecnico che di processi aziendali.

Si tratta dunque di una fase differente rispetto alla formazione vera e propria, che accompagna o dovrebbe accompagnare il lavoratore lungo tutta la sua carriera professionale. L’onboarding si svolge infatti nei primi mesi che seguono l’ingresso in azienda del lavoratore e hanno l’obiettivo di farlo sentire pienamente integrato.

La procedura di onboarding ha dunque un compito fondamentale anche nell’aumentare:


  1. la retention dei nuovi lavoratori, cioè la loro fidelizzazione, con l’obiettivo di trattenere i talenti entrati nell’organizzazione;
  2. l’engagement degli stessi, cioè il loro coinvolgimento nell’attività aziendale.



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Come fare un onboarding?

Per pianificare un processo di onboarding efficace bisogna chiarire fin da subito gli obiettivi e i messaggi che l’azienda vuole passare al suo nuovo dipendente, chiarendo inoltre come questo processo coinvolgerà il resto dell’organizzazione.

Ecco dunque che per organizzare un processo di onboarding di successo l’azienda deve definire aspetti come:



  1. quanto dovrà durare il processo?
  2. quali sono i messaggi che l’azienda vuole mandare al lavoratore già nei primi giorni dal suo ingresso?
  3. come si possono coinvolgere i colleghi per far entrare il nuovo dipendente?
  4. quali aspetti della cultura aziendale bisogna passare da subito?
  5. quali aspetti dell’organizzazione deve conoscere il nuovo dipendente?


Chiariti questi aspetti fondamentali si possono affrontare le diverse fasi del processo dell’inserimento, che però possono variare molto a seconda delle caratteristiche aziendali.

Una piccola impresa potrebbe prevedere per esempio un percorso di onboarding aziendale più snello, perché sono meno sia i colleghi cui presentare il nuovo dipendente che i reparti aziendali.

Ma potrebbe essere vero anche il contrario, perché magari in una piccola realtà sono maggiori le responsabilità e più vari i compiti che verranno affidati alla nuova risorsa.

Viceversa, per una grande multinazionale con centinaia di dipendenti impiegati nello stesso reparto e strutture organizzative più complesse, può essere necessario più tempo per inserire in maniera efficace i nuovi collaboratori.



Quali sono i vantaggi dell’onboarding?

Sia per l’azienda che per il lavoratore un corretto processo di onboarding aziendale comporta molti vantaggi.


Vantaggi per l’
azienda:


  • consente di trattenere i propri dipendenti, lo dimostrano anche varie ricerche: inserire correttamente i nuovi collaboratori aumenta le probabilità che questi poi non se ne vadano;
  • aumenta la produttività dei dipendenti, che riescono a introdursi più facilmente nella nuova organizzazione;
  • migliora la prima impressione dell’azienda nei nuovi lavoratori;
  • riduce i costi di un processo di inserimento accidentato, che impiegherebbe inevitabilmente più tempo;
  • evita il dispendio di tempo e denaro inutile nel caso un dipendente decida di abbandonare l’azienda.


Vantaggi per il
lavoratore:


  • i nuovi dipendenti si sentono parte dell’azienda subito;
  • tutti vengono messi in condizioni di operare al meglio;
  • migliora la motivazione sul posto di lavoro.


Come accogliere un nuovo dipendente?

Ci sono diverse fasi nel processo di onboarding aziendale. Tra queste si possono segnalare:


  1. il primo contatto e il benvenuto coi nuovi colleghi: può essere organizzato un piccolo evento in azienda, con la presentazione reciproca dei nuovi arrivati e dei dipendenti già in forza all’azienda;
  2. presentazione dei responsabili del settore, per conoscere meglio i nuovi referenti del lavoratore;
  3. giro nei locali aziendali;
  4. chiarimento sugli obiettivi dei primi giorni di attività;
  5. individuazione di un tutor, o comunque di qualcuno che possa chiarire i dubbi nelle prime fasi dell’inserimento;
  6. formazione generale sulla cultura dell’azienda e sul comportamento da tenere;
  7. eventuale formazione tecnica sugli strumenti in dotazione del nuovo dipendente;
  8. consegna di password, tessere o badge necessari all'attività aziendale;
  9. analisi periodiche dell’attività svolta nei primi giorni, a cadenza ristretta, per evitare fraintendimenti o problemi.



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