Assegno di ricollocazione: cos’è e chi ne ha diritto

gen 23, 2023

L’assegno di ricollocazione è uno strumento per aiutare le persone a rientrare nel mercato del lavoro. Nel corso degli anni è cambiato molto. Vediamo come funziona e come farne richiesta.



L’Assegno di Ricollocazione (spesso abbreviato come
AdR) è una forma di politica attiva inserita col Jobs Act nel 2015 per cercare di facilitare il reimpiego di lavoratori disoccupati. 

Oggi è destinato ai lavoratori di aziende in Cigs che abbiano firmato un accordo di ricollocazione specifico coi sindacati. Viene definito “assegno” ma in realtà si tratta di un incentivo economico che non viene versato al lavoratore, bensì al Centro per l’impiego o all’ente accreditato che riesce a trovare un nuovo lavoro al disoccupato.

A seconda del tipo di contratto firmato dal lavoratore e della sua durata, l’ente che lo ha aiutato a trovarlo riceve un compenso dai 250 ai 5.000 euro.

Vediamo dunque cos’è l’assegno di ricollocazione e com’è cambiato negli ultimi anni.



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Chi ha diritto all’assegno di ricollocazione?

L’Assegno di Ricollocazione (AdR) è uno strumento di politica attiva che aiuta le persone a ricollocarsi nel mercato del lavoro. Viene gestito dall’Anpal, l’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro e consiste in un compenso economico che viene versato ai centri per l’impiego e agli enti accreditati ai servizi di assistenza intensiva alla ricollocazione che aiutano le persone a trovare un nuovo impiego, stilando una sorta di profilo professionale del lavoratore.


Si tratta di una misura introdotta dal Jobs Act nel 2015 che era originariamente dedicata ai lavoratori disoccupati che ricevevano la Naspi da più di quattro mesi e si rivolgevano a:


  • un centro per l’impiego;
  • un ente accreditato indicato da un elenco nazionale per ottenere un servizio di assistenza intensiva alla ricollocazione.


Per richiedere l’assegno di ricollocazione, il lavoratore deve:


  1. rivolgersi al centro per l’impiego o all’ente scelto dagli elenchi dei soggetti accreditati, per stipulare il servizio di assistenza intensiva alla ricollocazione, una volta aver firmato la Did, Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro;
  2. seguire le iniziative individuate dall’ente per favorire il suo ritorno nel mercato del lavoro;
  3. una volta trovato un nuovo impiego, l’assegno di ricollocazione veniva versato all’ente.


A seguito di varie modifiche normative i destinatari e le modalità di riconoscimento dell’Assegno di ricollocazione sono state cambiate più volte. In particolare, con l’introduzione del
Reddito di Cittadinanza, a partire dal 29 gennaio 2019 è stata disabilitata la possibilità di richiedere nuovi assegni di ricollocazione per i lavoratori in Naspi disoccupati da almeno quattro mesi.

Restavano valide le procedure di Adr già in corso, così come gli assegni e le attività iniziate da chi aveva ricevuto risposta positiva alla richiesta nei sei mesi precedenti l’entrata in vigore del Reddito di cittadinanza.

Nel corso del 2022 poi l’Assegno di ricollocazione è stato sostituito dal Programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei lavoratori), coordinato sempre dall’Anpal ma gestito in modo più diretto dalle Regioni. Si tratta di una nuova iniziativa prevista dal PNRR (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) per riformare i servizi di politiche attive per il lavoro.

In questo modo le Regioni possono introdurre varie misure, tra cui alcune simili all’Assegno di ricollocazione, attraverso i propri Piani di attuazione.

Tutto questo resta invece valido per una particolare forma di Assegno di ricollocazione, l’AdR Cigs, destinato ai lavoratori posti in cassa integrazione guadagni straordinaria in aziende che hanno firmato un accordo specifico coi sindacati, l’Accordo di ricollocazione.

L’Assegno di ricollocazione per i lavoratori in Cigs è stato introdotto dalla legge di bilancio 2018 per consentire a questa categoria di lavoratori di anticipare l’assegno e quindi le misure di accompagnamento previste per facilitare la ricerca di nuovo impiego, prima di diventare concretamente disoccupati con la chiusura dell’azienda.


Come ottenere l’assegno di ricollocazione?

Per fare richiesta dell’Assegno di ricollocazione Cigs bisogna prenotare la richiesta sul portale apposito dell’Anpal.

Una volta effettuata la prenotazione e dopo le verifiche effettuate da Anpal, si può completare la richiesta dell’AdR entro 30 giorni dalla comunicazione tramite e mail al proprio indirizzo. Il lavoratore può così scegliere la sede del soggetto che eroga il servizio di assistenza intensiva alla ricollocazione, con cui verrà preparato un programma di ricerca intensiva e assegnato un tutor.

L’assistenza alla ricollocazione dura quanto la Cigs e comunque non è inferiore ai sei mesi. Il sistema operativo calcola il periodo a partire dal primo appuntamento tra il lavoratore e l’ente accreditato prescelto. L’assistenza poi si può prorogare fino a ulteriori 12 mesi, ma solo con l’accordo tra il lavoratore e l’ente.




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Quanto è l’assegno di ricollocazione?

Il compenso versato con l’Assegno di ricollocazione ai centri per l’impiego o agli enti accreditati varia a seconda di:


  1. tipologia del contratto firmato dal lavoratore;
  2. durata del contratto;
  3. regione di appartenenza.


In particolare:


  • per un contratto a tempo indeterminato incluso l’apprendistato l’ente riceve da 1.000 a 5.000 euro;
  • per un contratto a termine di 6 mesi e oltre riceve da 500 a 2.500 euro;
  • per un contratto di una durata che va da 3 a 6 mesi (3 mesi invece Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) da 250 euro a 1.250 euro.


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