È tra le tecniche più utilizzate e conosciute per affrontare in modo creativo un problema. Ma spesso viene applicato in maniera sbagliata. Ecco tutto quello che serve sapere per organizzare una buona sessione di brainstorming
Ci sono poche tecniche di team building e risoluzione di problemi diventate popolari quanto il brainstorming, che viene spesso tradotto con “tempesta di cervelli”. Nell’immaginario collettivo si tratta di un metodo di confronto creativo e democratico di gruppo, utile per far nascere nuove idee, specialmente in ambito aziendale. Con tanto di grafici colorati, post-it e cartelloni per aiutare il pensiero creativo di un gruppo di lavoro.
Brainstorming è un termine inglese creato dal dirigente pubblicitario Alex F. Osborne alla fine degli anni Trenta, e diventato popolare grazie a un suo libro del 1957, “Applied Imagination”. Essendo composto dal termine brain, cervello, e storming, da tempesta, si dice spesso che significhi letteralmente “tempesta di cervelli”, anche se il suo creatore lo spiegava in maniera diversa. Il significato corretto deriverebbe infatti dal verbo “to storm”, assaltare, attaccare, e indicava quindi un “assalto mentale” a un problema, con l’obiettivo di risolverlo.
Qualunque sia il significato, il brainstorming è una tecnica di confronto fra persone per far nascere nuove idee creative e spesso in modo inaspettato, al di fuori delle rigide gerarchie fra i membri di un gruppo, come per esempio, ma non soltanto, in un’azienda.
Il concetto che è alla base del confronto tra cervelli è infatti che stimolando una sorta di flusso di coscienza svincolato dalle usanze solite, ogni persona del gruppo può far emergere nuovi spunti e nuove idee, utili a risolvere un problema.
La tecnica del brainstorming nasce in ambito pubblicitario, per far nascere nuovi slogan e campagne di promozione dei prodotti. Ma può essere impiegato in molti ambiti di attività, come:
Nella sua formulazione originale, il brainstorming si basa su quattro regole base:
Nel brainstorming la figura del mediatore è molto importante, perché:
Oltre alla riunione classica, svolta in una sala riunione, magari con sedie disposte in cerchio o attorno a una tavola rotonda, esistono altre tecniche di brainstorming:
Per essere efficaci queste riunioni dovrebbero avere la presenza di persone esperte del problema di cui si discute, senza però escludere per la maggior parte figure non specialistiche, perché spesso proprio da queste vengono suggerimenti cui nessuno aveva mai pensato prima.
Il confronto in diretta potrebbe inibire le persone più introverse, che spesso sono le più creative. Il mediatore deve dunque essere abile a limitare o suscitare il dibattito nel modo giusto. Il brainstorming è anche un metodo spesso usato per aumentare la soddisfazione dei dipendenti, migliorare il lavoro in team e migliorare lo spirito di squadra.
Varie teorie successive sul processo creativo hanno però messo in discussione il fatto che questa tecnica collettiva possa portare alla creazione di una maggior quantità di idee nuove e più creative, rispetto al processo di creazione “classico” individuale.
Con la pandemia e la diffusione dello smart working, ma anche con la crescita di reti di professionisti che collaborano a un progetto da remoto, è aumentato anche il bisogno di tecniche di brainstorming che si svolgono online.
La gestione del team da remoto potrebbe sembrare più complicata che in presenza, oppure ridurre gli effetti benefici della “tempesta di cervelli” che si vuole creare. In realtà, applicazioni più o meno recenti consentono di fare sessioni di confronto online in maniera efficace, senza perdere quello spirito di squadra che lo caratterizza nelle sue versioni più classiche.
Piattaforme come Coggle, Bubbl.us, LucidChart, MindMup o Whereby, per esempio, consentono di creare mappe mentali online e condividerle in diretta con gli altri membri del gruppo. Anche applicazioni di video-conferenze più tradizionali ma molto usate in tempi di pandemia possono adattarsi allo scopo, come Google Meet, Skype, Webex, Lifesize o Zoom. Perfino Google Drive, con il sistema di condivisione di documenti, può essere un valido strumento di condivisione delle idee.
L’importante, per queste applicazione tecnologiche, è che tutti i membri del gruppo siano in grado di partecipare allo stesso modo alla discussione, senza ostacoli di natura tecnica o formativa
Nel corso degli anni le tecniche di brainstorming si sono evolute, modificando, arricchendo o riproponendo sistemi e meccanismi che il suo inventore Osborn non aveva immaginato, o aveva pensato in maniera diversa.
Così, oltre alle tecniche già indicate sopra, possiamo anche ricordare: