Quali sono i lavori del futuro?

Kelly Services Spa • mar 16, 2022

Dall’architetto della “nuvola” all’aggregatore di talenti. Dall’esperto di intelligenza artificiale al data scientist. Quali saranno i lavori del futuro grazie alle nuove tecnologie? Quale sarà il professionista dei prossimi anni e le nuove professioni più richieste dal mercato del lavoro?


Indovinare oggi quale figura professionale sarà più richiesta tra 10 o 20 anni non è facile. Ma ci sono alcune tendenze di fondo che possono facilitare a individuare alcuni campi di attività che saranno sicuramente richiesti dai datori di lavoro del 2030 o del 2040. Fermo restando che ci sono professioni più tradizionali, come l’infermiere o l’idraulico, che non passeranno mai di moda. Ma che forse avranno bisogno di un aggiornamento tecnologico.

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Quali saranno i lavori più richiesti in futuro?


Saperlo potrebbe aiutare a indirizzare istituzioni e famiglie verso gli studi che daranno maggiori garanzie ai giovani di oggi, per entrare più facilmente nel mondo del lavoro. Secondo le stime del World Economic Forum, il 65% dei bambini che vanno a scuola in questi anni, una volta terminati gli studi, faranno mestieri che oggi ancora non esistono.


Un altro studiodel World Economic Forum dell’ottobre 2020 elenca alcune delle tendenze future sulla base dei cambiamenti provocati dal Covid-19:


  • la forza lavoro si sta automatizzando più velocemente del previsto, spostando 85 milioni di posti di lavoro nei prossimi cinque anni;
  • la rivoluzione dei robot creerà 97 milioni di nuovi posti di lavoro, ma le comunità più a rischio avranno bisogno del sostegno delle imprese e dei governi;
  • nel 2025 il pensiero analitico, la creatività e la flessibilità saranno tra le principali competenze trasversali richieste. Ma con la gestione dei dati e l’intelligenza artificiale, la creazione di contenuti e il cloud computing sono le professioni emergenti;
  • compiti come l’immissione dei dati, la contabilità o il supporto amministrativo saranno meno richiesti con la crescita dell’automazione e della digitalizzazione;
  • le aziende più competitive saranno quelle che scelgono di riqualificare e migliorare le competenze degli attuali dipendenti.

 

Quali saranno i lavori più richiesti in Italia in futuro?


Per quanto riguarda l’Italia, lo studio del WEF elenca le tendenze imposte dalla pandemia nel lavoro delle aziende: 

  • per il 100% di esse, la pandemia accelererà la rivoluzione digitale dei processi di lavoro;
  • per l’80% darà più possibilità di lavorare da remoto;
  • per l’80% velocizzerà l’automazione delle attività;
  • per il 70% accentuerà la digitalizzazione della formazione;
  • per il 40% accelererà i processi di upskilling/reskilling


Per quanto riguarda i mestieri, in Italia secondo lo studio WEF il fabbisogno occupazionale delle imprese si orienterà verso alcuni ruoli emergenti, come, nell’ordine:

 

  1. specialisti di intelligenza artificiale;
  2. specialisti di Internet of things;
  3. data analyst e data scientist;
  4. specialisti della trasformazione digitale (come cloud architect);
  5. operai di fabbrica e assemblaggio;
  6. project manager;
  7. specialisti di automazione dei processi;
  8. manager operations e generali;
  9. specialisti di big data;
  10. ingegneri delle applicazioni

Tra le competenze più richieste, ci sono skills emergenti come: 

  1. creatività, originalità e spirito d’iniziativa;
  2. pensiero analitico e innovazione;
  3. pensiero critico e analisi;
  4. apprendimento attivo e strategie di apprendimento;
  5. resilienza, tolleranza allo stress e flessibilità;
  6. intelligenza emozionale;
  7. leadership;
  8. problem solving;
  9. uso, monitoraggio e controllo della tecnologia;
  10. orientamento al servizio;
  11. design e programmazione di tecnologia;
  12. ragionamento, problem solving e ideazione;
  13. persuasione e negoziazione;
  14. controllo qualità e sicurezza;
  15. coordinazione e gestione del tempo
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Quali sono i lavori più richiesti in Italia?


Anche Anpal e Unioncamere analizzano i fabbisogno occupazionali delle imprese italiane, con l’ultimo rapporto che analizza le previsioni di entrata tra 2022 e 2026. Le tendenze generali sono: 


  • per il quinquennio si prevede un fabbisogno occupazionale complessivo compreso tra 4,1 e 4,5 milioni di lavoratori, di cui 1,3-1,7 milioni determinati dalla crescita economica (quindi non legati a pensionamenti, per esempio): anche grazie al piano finanziato dall’Unione Europea Next Generation;
  • per commercio e turismo, dopo due anni di profonda sofferenza, si stima una domanda di 750-860mila occupati. Per finanza e consulenza si prevede un fabbisogno di 490-547mila occupati, come espressione più evidente di digitalizzazione e innovazione. Le altre filiere che esprimeranno più necessità sono formazione e cultura (515-553mila occupati), salute (498-502mila) e costruzioni e infrastrutture (339-376mila). L’industria vedrà un’intensa crescita grazie agli investimenti del PNRR;
  • per quanto riguarda la pubblica amministrazione, si prevede un fabbisogno di 770mila dipendenti pubblici, con un aumento netto di 44mila occupati;
  • dirigenti, professioni specialistiche e tecniche rappresenteranno quasi il 40% del totale del fabbisogno occupazionale;
  • transizione verde e digitale avranno un peso rilevante. Imprese e settore pubblico richiederanno il possesso di attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale a 2,4-2,6 milioni di occupati, e per il 60% di questi tale competenza sarà necessaria. Nello stesso periodo le competenze digitali di base vengono richieste a 2,1-2,3 milioni di occupati. Mentre la domanda di figure in possesso di almeno due e-skill a livello elevato è stimata tra 875mila e 960mila unità;
  • ci sarà una significativa accelerazione nei fenomeni di ricomposizione professionale e dei livelli di qualificazione del personale richiesto nei prossimi anni.
    Tra il 2022 e il 2026 il mercato del lavoro potrebbe aver bisogno di 1,1-1,2 milioni di laureati e 1,6-1,8 milioni di diplomati e di altri 1,2-1,4 milioni di lavoratori con al massimo una qualifica professionale.
    Lo studio segnala anche potenziali situazioni di carenza nell’offerta nel campo medico-sanitario, nelle materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e per l’area economica. In particolare, ci sarà significativa distanza tra domanda e offerta per istruzione e formazione professionale, visto che l’offerta formativa sarà in grado di soddisfare solo circa il 60% della domanda, con problemi maggiori per meccanica, logistica ed edilizia.


Quali saranno i lavori più richiesti tra 10 anni?


Uno studio del 2017 realizzato dalla società di consulenza Cognizant, propone 21 figure che nei 10 anni successivi sarebbero diventati, secondo la società, centrali per il futuro del lavoro. La lista è preceduta da alcune considerazioni generali, però, che sono utili da ricordare:

  • il lavoro è sempre cambiato: oggi sono pochi telegrafisti, centralinisti, cassieri di banca od operatori di ascensori, ma un tempo erano ruoli che impiegavano centinaia di migliaia di persone;
  • molti mestieri di oggi sono terribili: milioni di persone oggi fanno lavori che non amano per niente o pericolosi. Piuttosto che provare una “pre-nostaglia”, spiega Cognizant, per queste figure, bisognerebbe piuttosto impegnarsi per liberare queste persone dai loro impieghi per inquadrarle in ruoli più stimolanti;
  • le tanto temute macchine, che secondo alcune previsioni dovrebbero sostituire gli uomini, hanno bisogno proprio di persone per funzionare;
  • non bisogna sottovalutare l’immaginazione umana: la nostra qualità più importante è la curiosità, la voglia di scoprire come e perché succedono le cose. Anche in un mondo di macchine intelligenti ci sarà sempre spazio per la volontà umana di esplorare;
  • la tecnologia migliorerà molte delle nostre esperienze e così facendo influenzerà anche il modo in cui occupiamo il nostro tempo;
  • la tecnologia risolve ma crea anche problemi. Se risolvi un problema A grazie a una nuova macchina ti accorgerai che hai creato anche un problema B, e così via.


I 21 lavori del futuro


Il lavoro, insomma, cambia, ma non finirà mai. Fatte queste premesse, Cognizant elenca 21 nuove figure professionali che avranno spazio in un futuro non troppo lontano, tra proposte paradossali ma sempre con un fondo di verità:

  1. data detective: nuove tecnologie, ’Internet of things e big data mettono a disposizione valanghe di statistiche. Il data detective lavorerà dunque a fianco del data scientist, ma avrà maggiori doti investigative per individuare rapporti e collegamenti nuovi;
  2. facilitatore IT: si occuperà di gestire e mettere a sistema tutte quelle applicazioni IT non ufficiali ma usate ugualmente dalle organizzazioni e dalle aziende, la cosiddetta Shadow-IT;
  3. responsabile dell’approvvigionamento etico: si occupa di controllare che le forniture e i servizi usati da un’impresa siano in linea con gli obiettivi etici della stessa organizzazione e dei suoi suoi clienti;
  4. AI business development manager: si occupa dello sviluppo del business in un’azienda che opera in un contesto di Intelligenza Artificiale (AI), per aumentare le vendite lavorando a stretto contatto col settore marketing e commerciale;
  5. esperto di edge computing: a differenza del cloud computing, che ha un tipo di gestione dei dati centralizzata, l’edge computing gestisce i dati a valle, dove quei dati vengono creati. Questa figura si occuperà di mettere a punto e gestire software e hardware per questo tipo di gestione;
  6. camminatore/chiacchieratore: un ruolo figlio dei tempi moderni, che spingono molte persone alla solitudine. Si occuperà di offrire compagnia o conversazione tramite piattaforme tipo Uber, per una passeggiata o compiti specifici;
  7. personal trainer da remoto: un’evoluzione di una figura sempre esistita, in chiave tecnologica;
  8. tecnico sanitario dell’Intelligenza artificiale: una sorta di tecnico-infermiere esperto di AI che può assistere i pazienti grazie al sostegno di medici, anche in remoto;
  9. analista delle città cibernetiche: sembra un ruolo futuribile ma di fatto esiste già. Si occupa di gestire i dati che arrivano dai tanti sistemi digitali e sensori utilizzati nel governo delle città, curando che il flusso di informazioni sia costante;
  10. genomic portfolio director: figura dirigenziale in un’azienda di biotecnologie, si occupa di individuare nuove categorie di prodotti analizzando il mercato;
  11. responsabile della collaborazione uomo-macchina(machine teaming manager): le macchine avranno un ruolo sempre più importante nelle aziende, questa figura dovrà trovare nuove funzioni che possono essere migliorate dalla tecnologia;
  12. l’allenatore finanziario: è il consulente finanziario delle banche, convertito però maggiormente all'educazione finanziaria dei clienti;
  13. il sarto digitale: curerà gli acquisti di abiti sull’e-commerce, assicurandosi che il vestito acquistato online calzi a pennello, anche recandosi a domicilio;
  14. chief trust officer: si occuperebbe di garantire la trasparenza e il rispetto della legge per le imprese che operano nel mercato delle criptovalute;
  15. specialisti del machine learning nel quantum computing: un campo ancora gli inizi, ma carico di futuro;
  16. lo sherpa del negozio virtuale: una sorta di commesso che può guidare i clienti negli acquisti nella versione virtuale dei negozi o sui portali di e-commerce, grazie anche a tecnologie come gli occhiali di realtà virtuale;
  17. il broker di dati personali: le norme sull’uso dei dati personali sono sempre più stringenti, questa figura si occupa di trovare, gestire e trarre profitto dai database internazionali;
  18. medico personale della memoria: la popolazione invecchia, quindi servono specialisti in grado di aiutare le persone anziane a mantenere la memoria in attività, grazie alla realtà virtuale e alle nuove tecnologie;
  19. architetto di realtà aumentata: si occupa di pensare e ideare i viaggi realizzati con la realtà aumentata;
  20. controllore dello spazio: un vigile urbano del futuro, capace di gestire e seguire il traffico dei nuovi mezzi a guida autonoma, programmando le piattaforme digitale di intelligenza artificiale necessarie per gestire il traffico;
  21. responsabile della diversità genetica: un ruolo decisamente futuribile per una società in cui la manipolazione genetica è diventata realtà. La figura si occupa di creare un buon mix nella forza lavoro delle imprese e delle organizzazioni.
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Quali saranno i lavori nel 2030?


Una ricerca realizzata da EY, Manpower e Pearson Italia su 793 professioni cerca di inquadrare quali saranno le tendenze del lavoro al 2030. Secondo lo studio circa l’80% delle professioni cambierà quantitativamente nei prossimi dieci anni. Solo la metà delle professioni in crescita sarà però legata alla tecnologia: cresceranno infatti anche professioni legate alla cultura, alla comunicazione, ai servizi di cura, all’insegnamento e alla formazione.


Per identificare le professioni che emergeranno nel futuro (alcune si ritrovano anche nello studio di Cognizant) vengono indicate poi tre modalità.


Per scissione:


  • specialisti delle interfacce umane:
  • esperti delle applicazioni IOT in agricoltura;
  • human-machine teaming manager;
  • tecnico delle macchine a guida autonoma.

Per fusione di due o più professioni:


  • addetti all’integrazione con i robot assemblatori;
  • progettista di eventi o visite virtuali.

Per ibridazione:


  • manovali e personale non qualificato delle costruzioni;
  • giornalisti;
  • addetto ai servizi di custodia degli impianti;
  • addetti all’assistenza personale;
  • esperti legali in imprese, per la gestione della privacy e dei dati.
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