Team building: come migliorare l'engagement del gruppo di lavoro

Kelly Services spa • giu 08, 2021

​Per migliorare il lavoro di squadra grandi e piccole imprese valutano sempre più spesso attività di team building aziendale. Dalle attività ludiche alla formazione esperienziale, ecco di cosa si tratta e perché può essere utile per sentirsi davvero membro del team


Avere un gruppo affiatato, motivato e concentrato sugli obiettivi da raggiungere è importante per qualsiasi comunità. Lo è ancora di più nelle aziende, dove il raggiungimento degli obiettivi dipende in buona parte dall’affiatamento del gruppo di lavoro, da come tutte le persone che lo compongono collaborano e spingono l’attività nella stessa direzione.



Cos’è il team building?


Per facilitare questo processo esistono tecniche professionali che nel corso degli anni si sono diffuse anche nelle aziende. Il termine “team building” significa proprio costruzione della squadra, o del gruppo, e richiama una serie di attività che hanno l’obiettivo di migliorare l’affiatamento delle persone in vari contesti: da una squadra sportiva vera e propria a una classe scolastica, fino ai dipendenti di un’impresa.


Migliorare l’affiatamento e la motivazione nelle aziende significa a vario titolo promuovere la conoscenza personale all’interno di un gruppo di persone, migliorare i rapporti e chiarire i ruoli professionali di ciascuno, canalizzare meglio gli sforzi di ciascun membro del team verso il raggiungimento degli obiettivi, superare i momenti di crisi col coinvolgimento di tutti.


Quanti tipi esistono?


Il team building, o teambuilding, come spesso viene scritto, può essere di vari tipi:


  1. ludico: quando le attività si svolgono attraverso l’organizzazione di giochi di società o di gruppo, che favoriscono la conoscenza tra le persone e contribuiscono ad alleggerire il clima aziendale. Rientrano in questa categoria anche un aperitivo, una cena o un altro tipo di evento aziendale;
  2. formativo: in questo caso la costruzione del gruppo prende un aspetto più professionale di team working, per stimolare la capacità di problem solving e l’apprendimento di nuove conoscenze;
  3. esperienziale: dentro questa categoria rientrano attività meno consuete, come attività sportive più o meno estreme o visite in luoghi di cultura.


Più o meno tutte queste attività poi si possono ulteriormente dividere in team building indoor, cioè svolto al coperto, o outdoor, cioè all’esterno.

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Team building, a cosa serve?


Ma quali sono gli obiettivi principali di un’attività di team building aziendale? Eccone alcuni:


  • promuovere la conoscenza tra le persone;
  • potenziare i rapporti interpersonali;
  • aumentare la collaborazione coi propri colleghi;
  • creare (o ricreare) un clima di fiducia;
  • aumentare la creatività delle persone;
  • definire con più chiarezza gli obiettivi aziendali;
  • preparare le persone per nuove sfide.

Per questi motivi l’attività di teambuilding può essere programmata in diversi momenti della vita aziendale:


  • in una fase di crisi: per migliorare il clima, rilassare gli animi e agevolare gli sforzi per la ripartenza;
  • per un momento celebrativo: un anniversario importante per l’azienda o il raggiungimento di un obiettivo fissato da tempo, come momento di ringraziamento e riconciliazione dopo gli sforzi fatti;
  • durante un viaggio ricreativo: durante un viaggio concesso ai propri dipendenti possono essere organizzati momenti di team building specifici, per organizzare meglio il tempo e usare anche un momento di svago a buon fine;
  • durante un “family day”: con attività ricreative per i dipendenti e i familiari;
  • in occasione di feste o ricorrenze: in alcuni periodi dell’anno, come le feste natalizie o prima delle ferie estive, concedere a tutti un momento di relax può anche essere un’occasione per riflettere in maniera diversa sul lavoro fatto e su quello che c’è da fare.


Quali teorie esistono sulla costruzione del gruppo?


Esistono diverse definizioni di gruppo, elaborate nel corso dei decenni da sociologi e psicologi. Tra i più celebri e i più citati nelle attività di team building c’è sicuramente lo psicologo tedesco Kurt Lewin, tra i primi a studiare le dinamiche dei gruppi e le relazioni tra le persone.



Semplificando, si può dire che secondo Lewin il comportamento delle persone non dipende solo dalle proprie caratteristiche, ma anche dal campo di azione in cui si trovano.


Questo vale sia per le scelte e le azioni personali che per la dinamica di gruppo, che è secondo Lewin una realtà dinamica che racchiude interazioni e conflitti, all’interno del quale le azioni degli individui cambiano a seconda di quelle degli altri e del gruppo stesso. In sostanza, secondo Lewin, il gruppo non equivale alla somma delle sue parti ma forma qualcosa in più rispetto agli individui.

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Le 5 fasi di Tuckman


Altro studioso che ha analizzato il comportamento dei gruppi sociali è il professore americano Bruce Tuckman, che ha individuato cinque fasi della costruzione di un gruppo, inteso come realtà in continua evoluzione:


  1. forming/formazione: è la fase iniziale, in cui comincia a costruirsi il senso di appartenenza a una nuova comunità sociale fra i suoi membri, sotto la guida di un leader, che ha il compito di agevolare e stimolarne la crescita;
  2. storming/tempesta: in questa fase ogni individuo cerca di imporre la propria personalità, ponendosi in conflitto con gli altri membri del gruppo. Spetta al leader governare le tensioni, stimolando l’impegno personale senza che questo crei disagio fra gli altri colleghi;
  3. norming/normalizzazione: le tensioni vengono superate, le persone si sentono finalmente parte di un gruppo vero, con ruoli e responsabilità ben definite;
  4. performing/attività: una volte definite le regole del gioco, spetta di nuovo agli individui, ma stavolta pienamente all’interno del gruppo, lavorare per contribuire al raggiungimento dei risultati;
  5. adjourning/aggiornamento: raggiunto l’obiettivo, la tensione positiva nel gruppo cala, spetta dunque al leader introdurre nuovi elementi di sfida e nuovi obiettivi da raggiungere.


Quali attività di team building esistono?


Come detto esistono diverse tipologie di team building, ciascuna con le proprie caratteristiche e i propri obiettivi. Tra quelle proposte dai professionisti che si occupano di elaborare queste attività alle imprese, si possono indicare:


  • avventura: orienteering, trekking, alpinismo sono tutte attività di outdoor training che spingono l’individuo a superare delle difficoltà e mettersi alla prova. Caratteristiche preziose anche nell’attività aziendale;
  • sport: attività di squadra come calcio o rugby, ma anche go kart o atletica, magari introdotti da sportivi famosi per stimolare l’interesse dei dipendenti;
  • teatro o cinema: anche in questo caso le persone vengono spinte a provare nuovi metodi di espressione, che prevedono l’interazione con gli altri membri;
  • musica: suonare o cantare assieme per sviluppare coordinamento e armonia;
  • prove di difficoltà: attività come escape room, una stanza da cui bisogna uscire superando delle prove e risolvere enigmi, o una caccia al tesoro;
  • social team building: una prova da svolgere in gruppo con fini sociali e sostenibili, come la pulizia di un parco, la realizzazione di manufatti da donare ad associazioni benefiche;
  • volontariato: simile al teambuilding sociale, organizzato direttamente con le associazioni benefiche sulla base dei loro bisogni;
  • lotterie: la classica lotteria di Natale o giochi simili contribuiscono a facilitare la conoscenza tra colleghi abituati a frequentarsi soltanto in ufficio;
  • viaggio aziendale: un viaggio coi colleghi può essere un buon momento per creare spirito di squadra e di complicità, che verranno facilitati dalla frequentazione dei colleghi in spazi diversi da quelli soliti.
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L’importanza della riflessione e gli errori da evitare


Vero momento clou di ogni attività di team building dev’essere il momento di riflessione finale, o debriefing. Riflettere sui risultati raggiunti (sportivi, culturali, formativi ecc.) in gruppo aiuta ad aumentare la capacità di analisi del team, che può così comprendere con più efficacia l’importanza del lavoro di squadra. Sotto la guida del leader, che deve guidare il confronto sui temi fissati dall’azienda.


Ci sono però anche cose da non fare nelle attività di team building, per evitare che un tentativo di costruzione del gruppo possa portare invece nuovi motivi di tensione al suo interno:


  • non esagerare: non bisogna forzare le persone a impegnarsi in attività troppo estreme o che le mettono in forte disagio, si otterrebbe solo una chiusura “a riccio”;


  • non improvvisare: se l’azienda non ha mai organizzato prima attività di questo tipo, è bene affidarsi a professionisti del settore;



  • non fare eventi sporadici: l’attività di team building, come abbiamo visto con le teorie di Tuckamn, non è mai terminata del tutto, perché il gruppo è una realtà dinamica. Per questo è utile replicare gli eventi, facendo diventare l’attività di costruzione del gruppo una costante della vita aziendale.
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