Saper analizzare i risultati aziendali per pianificare le decisioni future è cruciale per le imprese. Il controller è quindi una delle figure più importanti per raggiungere gli obiettivi aziendali. Ecco tutto quello che c’è da sapere per questo lavoro
Prevedere i costi, analizzare i dati disponibili, misurare il raggiungimento degli obiettivi e correggere eventualmente la direzione di marcia. Il controllo di gestione all’interno di un’azienda si occupa di tutto questo. È un insieme di tecniche e procedure più o meno complesse che lavorando in più fasi e collaborando con più aree aziendali serve a far capire all’imprenditore o al gruppo dirigente se sta ottenendo quello che si era prefissato, consentendogli così di valutare con più elementi possibili le scelte future.
Figura chiave di questo processo è il controller, una professione molto ricercata dalle aziende che può contare su un background di competenze economico-gestionali variegate, frutto di un aggiornamento continuo e dell’esperienza sul campo. Il controller può avere compiti più strettamente finanziari-economici, e quindi confrontarsi più spesso con l’area amministrativa, sia più legati alla parte produttiva, e quindi avere un profilo più tecnico.
La figura del controller è dunque importante per un’azienda per vari motivi:
È dunque una funzione molto preziosa per la gestione aziendale, perché consente al management di prendere decisioni in modo attento e informato.
L’attività di controllo direzionale si basa su dati e numeri, che vanno però selezionati e ordinati per metterli a disposizione dell’azienda. Il primo compito di un controller è dunque quello di definire i parametri più utili per il proprio compito, scegliendo quelli che possono definire più precisamente l’attività caratteristica dell’impresa e soprattutto il suo effettivo miglioramento. Nel farlo può avvalersi di software gestionali appositi, che vengono studiati da società di sviluppo proprio per integrarsi con la macchina aziendale.
Per questo il responsabile del controllo di gestione deve confrontarsi con molte aree e funzioni aziendali:
Nell’attività di un responsabile del controllo di gestione vengono quindi normalmente distinte quattro fasi:
Una delle fonti primarie per l’attività quotidiana di un controller è sicuramente il bilancio, che viene preparato in ogni azienda e costituisce una fonte preziosissima di numeri e dati. Il bilancio viene però redatto per fini fiscali e dunque non è immediatamente utilizzabile per il sistema di controllo gestionale. Si tratta infatti di un documento complicato da leggere, che contiene anche tanti dati che non servono al controllo di gestione, ed è generalmente messo a disposizione dell’azienda e del management in ritardo.
Per queste ragioni il controller ha il compito di:
Da queste premesse emerge chiaramente che le tipologie di controller possono essere diverse, a seconda dei compiti che l’azienda gli affida. In una piccola impresa è più facile che il raggio d’azione sia più ampio e onnicomprensivo, spaziando dalle funzioni commerciali a quelle industriali.
In un’azienda più strutturata invece è probabile che questi compiti vengano suddivisi tra più figure, affidando per esempio a una persona il controllo di gestione in produzione e ad altre quella degli acquisti, del personale o del controllo qualità.
Per diventare un controller è dunque consigliato conseguire una laurea in materie economiche o aziendali, oppure una laurea in ingegneria gestionale. Il curriculum può poi essere ulteriormente arricchito con i master specifici che vengono proposti dagli atenei o da società di formazione.
Ma resta sempre molto importante anche l’esperienza maturata sul campo, che può dare al controller quel bagaglio di consapevolezza in più che infatti viene richiesto molto spesso dalle aziende negli annunci di ricerca del personale.
Fondamentale per il controller è poi l’aggiornamento costante delle proprie competenze.
Proprio per le tante variabili che caratterizzano questo tipo di figura, non è facile definire a che stipendio possa aspirare un controllo di gestione. La somma può infatti variare a seconda della dimensione aziendale, dei compiti che gli vengono affidati e dell’esperienza pregressa maturata sul campo.
Sulla base dei calcoli più diffusi, si può però ipotizzare uno stipendio iniziale di 25-30mila euro, che però può salire fino a 50-60mila euro per le figure con più esperienza o con più responsabilità. Lo stipendio medio è dunque di circa 45mila euro. Mano a mano che il controller entra nella gestione direttiva dell’azienda poi la cifra può aumentare ancora, arricchendosi poi dei benefici riservati ai dirigenti.