Controllo di gestione: cosa fa e come trovare lavoro

Kelly Services spa • mag 19, 2021

Saper analizzare i risultati aziendali per pianificare le decisioni future è cruciale per le imprese. Il controller è quindi una delle figure più importanti per raggiungere gli obiettivi aziendali. Ecco tutto quello che c’è da sapere per questo lavoro

Cos’è il controllo di gestione e perché è importante


Prevedere i costi, analizzare i dati disponibili, misurare il raggiungimento degli obiettivi e correggere eventualmente la direzione di marcia. Il controllo di gestione all’interno di un’azienda si occupa di tutto questo. È un insieme di tecniche e procedure più o meno complesse che lavorando in più fasi e collaborando con più aree aziendali serve a far capire all’imprenditore o al gruppo dirigente se sta ottenendo quello che si era prefissato, consentendogli così di valutare con più elementi possibili le scelte future.


Figura chiave di questo processo è il controller, una professione molto ricercata dalle aziende che può contare su un background di competenze economico-gestionali variegate, frutto di un aggiornamento continuo e dell’esperienza sul campo. Il controller può avere compiti più strettamente finanziari-economici, e quindi confrontarsi più spesso con l’area amministrativa, sia più legati alla parte produttiva, e quindi avere un profilo più tecnico.


La figura del controller è dunque importante per un’azienda per vari motivi: 


  • perché consente di fare un’analisiattenta delle risorse aziendali, delle attività svolte e dei risultati ottenuti;
  • perché permette di identificare, sulla base dei dati raccolti, quali possono essere le correzioni di rotta per raggiungere gli obiettivi operativi ed economici che l’impresa si è prefissata;
  • perché consente di definire in maniera precisa il ruolo di ciascun reparto aziendale;
  • perché può contribuire a migliorare le attività di marketing e vendita.


È dunque una funzione molto preziosa per la gestione aziendale, perché consente al management di prendere decisioni in modo attento e informato.

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Come lavora un controller?

L’attività di controllo direzionale si basa su dati e numeri, che vanno però selezionati e ordinati per metterli a disposizione dell’azienda. Il primo compito di un controller è dunque quello di definire i parametri più utili per il proprio compito, scegliendo quelli che possono definire più precisamente l’attività caratteristica dell’impresa e soprattutto il suo effettivo miglioramento. Nel farlo può avvalersi di software gestionali appositi, che vengono studiati da società di sviluppo proprio per integrarsi con la macchina aziendale.


Per questo il responsabile del controllo di gestione deve confrontarsi con molte aree e funzioni aziendali:


  • l’area amministrativa, per avere dati sulla gestione finanziaria ed economica dell’impresa;
  • l’area produttiva, per ottenere informazioni sui processi produttivi, sull’uso delle materie prime, sugli scarti e sui risultati ottenuti;
  • i responsabili di area, che assieme all’imprenditore definiscono gli obiettivi specifici che poi verranno assegnati alle singole unità;
  • l’imprenditore stesso, che è quello che sarà chiamato a prendere decisioni sulla base dei dati raccolti e definisce gli obiettivi.

Nell’attività di un responsabile del controllo di gestione vengono quindi normalmente distinte quattro fasi:

  1. la pianificazione, che serve a fissare gli obiettivi a lungo, medio e breve termine;
  2. l’esecuzione, con l’avvio e la prosecuzione dell’attività vera e propria di produzione o sviluppo;
  3. il momento di analisi e verifica dell’attività svolta e degli obiettivi raggiunti;
  4. la valutazione compiuta dei risultati raggiunti e l’eventuale correzione delle attività, con la pianificazione di nuovi obiettivi futuri.

Cosa fa nel dettaglio un controller?

Una delle fonti primarie per l’attività quotidiana di un controller è sicuramente il bilancio, che viene preparato in ogni azienda e costituisce una fonte preziosissima di numeri e dati. Il bilancio viene però redatto per fini fiscali e dunque non è immediatamente utilizzabile per il sistema di controllo gestionale. Si tratta infatti di un documento complicato da leggere, che contiene anche tanti dati che non servono al controllo di gestione, ed è generalmente messo a disposizione dell’azienda e del management in ritardo.


Per queste ragioni il controller ha il compito di:


  1. riclassificare il bilancio, per semplificare e selezionare solo i dati utili alla sua analisi, in modo che siano semplici da usare;
  2. fare un’analisi comparata con i bilanci degli anni precedenti, per confrontare i risultati ottenuti e la traiettoria che l’azienda ha già percorso;
  3. fare un budget, ovvero un bilancio previsionale, consentendo così all’imprenditore di valutare in anticipo i risultati e le risorse economiche su cui l’azienda potrà contare l’anno successivo. Ovviamente pur con tutte le variabili che potranno emergere durante l’attività;
  4. fare un’analisi degli scostamenti, per capire cosa ha funzionato e cosa no nell’attività, e capire le ragioni per cui i risultati ottenuti non sono quelli che si erano prefissati. 
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Quali tipi di controller?

Da queste premesse emerge chiaramente che le tipologie di controller possono essere diverse, a seconda dei compiti che l’azienda gli affida. In una piccola impresa è più facile che il raggio d’azione sia più ampio e onnicomprensivo, spaziando dalle funzioni commerciali a quelle industriali.


In un’azienda più strutturata invece è probabile che questi compiti vengano suddivisi tra più figure, affidando per esempio a una persona il controllo di gestione in produzione e ad altre quella degli acquisti, del personale o del controllo qualità.

Come si diventa responsabile del controllo di gestione?

Per diventare un controller è dunque consigliato conseguire una laurea in materie economiche o aziendali, oppure una laurea in ingegneria gestionale. Il curriculum può poi essere ulteriormente arricchito con i master specifici che vengono proposti dagli atenei o da società di formazione.


Ma resta sempre molto importante anche l’esperienza maturata sul campo, che può dare al controller quel bagaglio di consapevolezza in più che infatti viene richiesto molto spesso dalle aziende negli annunci di ricerca del personale.


Fondamentale per il controller è poi l’aggiornamento costante delle proprie competenze. 

Quanto guadagna un controller?

Proprio per le tante variabili che caratterizzano questo tipo di figura, non è facile definire a che stipendio possa aspirare un controllo di gestione. La somma può infatti variare a seconda della dimensione aziendale, dei compiti che gli vengono affidati e dell’esperienza pregressa maturata sul campo.



Sulla base dei calcoli più diffusi, si può però ipotizzare uno stipendio iniziale di 25-30mila euro, che però può salire fino a 50-60mila euro per le figure con più esperienza o con più responsabilità. Lo stipendio medio è dunque di circa 45mila euro. Mano a mano che il controller entra nella gestione direttiva dell’azienda poi la cifra può aumentare ancora, arricchendosi poi dei benefici riservati ai dirigenti.

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